Libri sull’editoria: una lista collaborativa

Libri che parlano di libri e altre amenità editoriali

Vecchi caratteri tipografici

Non ci stanchiamo mai di parlare di libri, né di continuare a leggere (e accumulare) libri che parlano di libri e di editoria. E con l’intento di aggiungere qualche tessera all’inventario dei desideri che ci fanno vivere meglio, ho cercato di riunire i pezzi più importanti della mia collezione libresca.

Come tutte le selezioni, non ha la pretesa di essere esaustiva né di porsi come una guida, ma è semplicemente un modo per mettere nero su bianco quanto sono fiera delle (poche) cose che so e che possiedo. Noterete che – dove il libro non sia fuori catalogo – ho inserito un link di affiliazione: se ci passate per acquistare (anche qualsiasi altra cosa), a me arrivano degli spiccioli, con i quali mi procurerò ancora un libro per accrescere la lista.

Fatte queste premesse, vi do il benvenuto tra gli scaffali della libreria che mi sono più cari. Si accettano volentieri consigli, perché il bello è proprio che non si finisce mai.

Storia dell’editoria

Monografie

Einaudi

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La solitudine è un posto molto speciale

Chi vive in una grande città conosce sicuramente quella sensazione di essere solo al mondo, anche in mezzo a milioni di persone, e avrà sperimentato almeno un tentativo di scalfire il proprio guscio di ghiaccio, accorgendosi di non esistere per chi è intorno. Chi sperimenta la quotidianità della metropoli sa bene cosa significhi sentirsi asfissiato e allo stesso tempo circondato dal vuoto; è abituato a fare i conti con il desiderio di sparire, di diventare invisibile, l’attimo dopo aver ceduto all’istinto di mettersi in mostra.

«Solitari, questo libro è per voi»: Città sola di Olivia Laing (il Saggiatore, 2018) si rivolge a chiunque abbia mai ingaggiato una lotta contro il mostro policefalo della solitudine, cercando un appiglio – o un rifugio, magari una risposta – nel linguaggio dell’arte. Lo fa a partire dalla città di New York e da un momento buio nell’esistenza dell’autrice, tracciando una «mappa della solitudine» che intesse le vite di artisti del Novecento «particolarmente sensibili nei confronti delle barriere tra le persone, della sensazione di essere isolati nella folla».

Tra le pagine di questo libro ho cercato di decifrare le risposte laconiche di Edward Hopper e di leggere negli spazi lievemente distorti dei suoi dipinti «un simulacro della paranoica architettura della solitudine, che intrappola ed espone allo stesso tempo».

Edward Hopper, Night Windows (1928)

Edward Hopper, Night Windows (1928)

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